Negli anni recenti, c’è stata una crescente attenzione verso il funzionamento dei diversi sistemi giudiziari, accompagnata da un desiderio di analizzare in modo comparato il loro rendimento. Questa tendenza ha evidenziato l’importanza di valutare l’efficienza dei sistemi giudiziari, tenendo conto anche dei fattori organizzativi che caratterizzano gli uffici giudiziari.
In questo contesto, l’Ufficio per il Processo UPP, essendo un’entità neofita, assume un ruolo di primaria importanza all’interno del sistema giudiziario. È fondamentale che questo ufficio, sin dal suo esordio, instauri pratiche e procedure che siano ottimali al fine di garantire che le sue operazioni siano condotte con efficacia ed efficienza. È cruciale sottolineare che questi principi, spesso associati al mondo aziendale, sono di pari importanza nel settore giuridico, dove l’accuratezza delle decisioni, l’autonomia del giudizio e la prontezza nella risoluzione delle dispute sono pilastri per il mantenimento dell’integrità e della giustizia del sistema legale.
Considerando che l’Ufficio per il Processo UPP è un’innovazione nel panorama giudiziario, è opportuno che vi sia un monitoraggio scrupoloso delle sue performance attraverso l’uso di indicatori specifici. Tra questi, il tempo necessario per la conclusione dei procedimenti assume una rilevanza particolare, in quanto fornisce una misura concreta della capacità dell’ufficio di agire in modo efficace in risposta alle necessità del sistema giudiziario.
È inoltre essenziale tenere a mente che un’entità giudiziaria di recente creazione come l’Ufficio per il Processo UPP potrebbe incontrare sfide peculiari nell’integrarsi nel sistema già esistente e nell’adattarsi a procedure e regolamenti nuovi. Pertanto, il monitoraggio e la valutazione delle performance si rivelano strumenti inestimabili per riconoscere e affrontare aree di miglioramento, garantendo che l’ufficio possa evolversi in maniera agile e robusta di fronte alle sfide che si presenteranno.
Valutare le performance è cruciale non soltanto per mettere in evidenza gli obiettivi raggiunti, ma anche per identificare aree di miglioramento e tracciare le azioni che hanno contribuito ai suddetti risultati, assicurandosi che le operazioni siano allineate con le strategie pianificate.
La valutazione delle performance può quindi svolgere un ruolo duplice: da un lato, funge da strumento di analisi per monitorare il progresso e apportare correzioni se ci si discosta dagli obiettivi stabiliti (in una prospettiva di retroazione), mentre dall’altro agisce come mezzo interattivo per coinvolgere i decisori aziendali nella possibile rielaborazione delle assunzioni operative iniziali, permettendo di capitalizzare su nuove opportunità o affrontare in maniera proattiva sfide inaspettate.
In passato, la valutazione delle prestazioni d’impresa era principalmente focalizzata sul confronto tra i risultati finanziari realizzati e quelli previsti in un orizzonte temporale breve, rimanendo confinata all’interno dell’organizzazione. Nello specifico gli indicatori di misurazione delle performance (o KPI), invece, sono stati introdotti per fornire una valutazione più obiettiva delle prestazioni di un’organizzazione in un contesto più ampio, che prende in considerazione comparazioni esterne, e con un approccio che contempla anche orizzonti temporali più estesi.
Come misurare le performance?
Per analizzare efficacemente le prestazioni di un’organizzazione, è essenziale disporre di mezzi che consentano di quantificare le attività svolte, in modo da poterle gestire e ottimizzare.
Gli indicatori delle performance, nello specifico, svolgono un ruolo chiave in questo processo, funzionando come sintesi incisive e rilevanti di dati che permettono di valutare i vari elementi legati all’attività di un’organizzazione. Ogni indicatore è legato a una specifica metrica che ne quantifica il valore. La loro funzione primaria è fornire una rappresentazione accurata delle dinamiche interne in termini di tempo e dimensione, che a sua volta facilita la pianificazione e l’organizzazione delle future iniziative, la determinazione di nuovi traguardi, la valutazione delle differenze tra gli obiettivi previsti e i risultati reali, e l’adozione di misure appropriate in base ai dati raccolti.
Un sistema di indicatori di performance ben strutturato è cruciale per identificare prontamente le aree problematiche all’interno di un’organizzazione, permettendo di adottare azioni correttive tempestive.
Quali sono i requisiti che devono avere gli indicatori di performance
Le prestazioni di un’organizzazione sono eterogenee e differiscono tra i vari settori. Tuttavia, è cruciale che il sistema di valutazione delle prestazioni aziendali disponga di indicatori che permettano di costruire una visione coerente e panoramica. Per tale ragione, è importante che questi indicatori possiedano specifiche qualità, tra cui:
• L’integralità: è necessario includere indicatori che coprano tutti i segmenti nei quali l’azienda è organizzata;
• La pertinenza: gli indicatori devono avere un valore aggiunto nel sostenere le decisioni interne, quindi è essenziale selezionare accuratamente quali aspetti monitorare;
• L’adattabilità: il complesso di indicatori deve essere capace di evolversi poiché deve essere in grado di ricercare le informazioni che sono essenziali per la formulazione di obiettivi specifici;
• La chiarezza: gli indicatori devono essere facilmente interpretati da tutti i reparti dell’azienda in quanto devono essere comunicati all’intera struttura, permettendo a ogni membro del personale di essere al corrente dei futuri obiettivi.
Utilizzando indicatori che rispecchiano queste caratteristiche, un’azienda può avere una panoramica efficace delle sue prestazioni e utilizzarla per prendere decisioni efficaci.
Scegliere l’indicatore chiave di prestazione (KPI) adatto non è sempre una questione semplice. Non c’è un criterio standard che guidi in modo definitivo la selezione dei KPI per la performance aziendale. Esistono vari KPI, che solitamente possono essere raggruppati in quattro classi principali: a) riduzione delle spese;
b) incremento dei ricavi;
c) ottimizzazione della durata dei cicli di un processo;
d) aumento della soddisfazione del cliente.
Queste categorie rappresentano i KPI più diffusi ed efficienti. Hanno dimostrato la loro efficacia nel tempo e forniscono metriche concrete che evidenziano quanto bene un’organizzazione stia perseguendo i suoi obiettivi.
Sebbene possa essere tentante affidarsi ai KPI standard del settore, è essenziale concentrarsi su quelli che sono particolarmente pertinenti per la specifica organizzazione e per gli obiettivi che si intende raggiungere. L’obiettivo primario dei KPI è di potenziare le performance dell’organizzazione. I KPI aiutano a guidare decisioni che permettono di attuare cambiamenti rapidi basati su informazioni concrete (come dati e analisi) riguardo ai processi interni che potrebbero non essere efficienti, e forniscono inoltre intuizioni preziose su produttività, finanze, vendite e marketing. Tuttavia, questi vantaggi si concretizzano solo se si scelgono i KPI appropriati per la propria organizzazione.
L’economicità, che si può interpretare come la capacità di un ente di funzionare nel lungo periodo ottimizzando l’uso delle risorse a sua disposizione, è un elemento fondamentale per tutte le organizzazioni, che si tratti di aziende di erogazione, di servizio, non profit o enti pubblici. È dalla gestione economica che dipende la capacità di un’organizzazione di prosperare nel lungo termine.
Per valutare l’economicità della gestione di un ente in un certo lasso di tempo, è necessario:
- Analizzare e giudicare l’efficienza delle azioni dell’azienda;
- Analizzare e giudicare l’efficacia delle azioni dell’azienda;
- Comprendere le condizioni di equilibrio finanziario dell’azienda.
Efficienza ed efficacia sono le due componenti fondamentali della performance di un’azienda, mentre l’equilibrio è un elemento che è implicitamente legato al concetto di economicità e spesso visto solo come un requisito tecnico per raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione.
È da notare che le aziende di servizio, non profit e del settore pubblico, a causa delle loro specificità operative, necessitano di metodi di misurazione e valutazione dell’economicità che possono differire in parte da quelli utilizzati dalle aziende tradizionali.
Infatti, mentre nelle aziende tradizionali l’efficienza, l’efficacia e l’equilibrio sono spesso interconnessi grazie agli indicatori finanziari, nelle aziende di servizio la mancanza di un sistema di prezzi richiede che queste tre componenti siano analizzate separatamente e contribuiscano in modo distinto alla valutazione dell’economicità.
Di conseguenza, è più comune che, nelle aziende di servizio, una gestione efficiente non sia necessariamente accompagnata da un’alta efficacia, e viceversa. Inoltre, un equilibrio positivo tra le risorse utilizzate e quelle recuperate non riflette automaticamente l’efficienza e l’efficacia complessiva.
Nella valutazione delle performance di un’azienda di servizio, si possono identificare quattro combinazioni chiave:
1. Bassa efficienza e bassa efficacia;
2. Bassa efficienza e alta efficacia;
3. Alta efficienza e alta efficacia;
4. Bassa efficienza e bassa efficacia.
La prima e la terza situazione sono agli estremi opposti: nella prima, l’azienda utilizza in modo inefficiente le risorse e non raggiunge i suoi obiettivi, mentre nella terza, utilizza le risorse in modo economicamente razionale e soddisfa le esigenze dei beneficiari nel lungo termine.
La seconda situazione implica che l’azienda raggiunge i suoi obiettivi, ma non in modo economicamente efficiente. Questo suggerisce che ci potrebbe essere margine per migliorare l’organizzazione e l’utilizzo delle risorse.
La quarta situazione indica un’alta efficienza che tuttavia non garantisce l’efficacia delle azioni dell’azienda. È necessario analizzare ulteriormente le cause di questa discrepanza per determinare se è dovuta a risorse insufficienti o alla produzione di output che non soddisfano le esigenze dei beneficiari.
Queste particolarità nelle performance delle aziende di servizio sono dovute in gran parte alla difficoltà di trovare un unico indicatore che possa misurare sia l’efficienza che l’efficacia.
In sintesi, mentre l’efficienza ed efficacia sono vitali per la sopravvivenza a lungo termine di un’azienda, è anche fondamentale comprendere come le decisioni di gestione e le azioni degli amministratori contribuiscano al mantenimento dell’attività dell’azienda nel tempo.
Determinare il risultato economico di gestione, attraverso un confronto tra il valore delle risorse utilizzate (input) e i benefici realizzati dalla produzione (output), è essenziale per valutare l’efficienza operativa di un’azienda.
L’efficienza si esamina analizzando la quantità di risorse utilizzate rispetto all’ottimizzazione dei risultati ottenuti o alla minimizzazione delle risorse consumate per una produzione costante.
Tuttavia, nelle aziende, il risultato economico non riflette adeguatamente il rapporto tra il costo delle risorse utilizzate e il valore assegnato ai beni e servizi forniti. Questo perché, sebbene le risorse utilizzate possano essere valutate in termini monetari in base ai costi di produzione, l’output non può essere quantificato nello stesso modo.
Questo divario nella valutazione del valore degli input e degli output ha portato gli analisti a fare affidamento sugli indicatori creati all’interno delle aziende come strumenti per misurare i risultati. Tuttavia, nelle aziende, sussiste il rischio di confondere la misurazione delle prestazioni con l’esercizio di controllo della gestione. Questa difficoltà nel fornire un giudizio complessivo e comparabile ha dato origine a numerosi studi settoriali, ciascuno con modelli di misurazione specifici basati su un insieme di indicatori che non possono essere facilmente applicati ad altri contesti.
Questo ha portato a una proliferazione di indicatori nella ricerca sulle aziende, basata sulla premessa che un maggior numero di indicatori possa migliorare la comprensione dell’efficienza ed efficacia della gestione.
La misurazione dell’efficienza implica la quantificazione degli output e degli input utilizzati per produrli. Questo può essere fatto utilizzando diverse unità di misura fisica e può essere considerato come un rendimento.
È importante fare una distinzione nella misurazione dell’efficienza tra l’output prodotto e l’attività svolta per produrlo.
La valutazione dell’efficienza si basa sulla valorizzazione delle risorse utilizzate e dei risultati ottenuti.
È fondamentale notare che l’efficienza nelle aziende si valuta principalmente attraverso la misurazione degli input e degli output, spesso in termini comparativi. Questo richiede una misurazione sia quantitativa che qualitativa degli input e degli output come punto di partenza per valutare l’efficienza. Tuttavia, questo non è sufficiente; deve essere seguito da una valutazione dell’efficienza basata sui valori assegnati alle risorse utilizzate e ai risultati conseguiti. La sfida sta nell’attribuire un valore all’output prodotto che possa essere misurato con la stessa unità monetaria utilizzata per valutare gli input. Di conseguenza, spesso si preferisce un giudizio di efficienza comparativa basato sulla minimizzazione degli input impiegati per un livello definito di output in termini di qualità e quantità.
Esprimere un giudizio sull’efficacia nella gestione di un’azienda che fornisce servizi si basa sull’analisi e valutazione dei risultati raggiunti entro un determinato lasso di tempo, in relazione agli obiettivi inizialmente stabiliti. Questi obiettivi sono normalmente definiti in termini di beni e servizi, il cui scopo è di rispondere alle esigenze di una determinata comunità.
In altre parole, l’efficacia riguarda la creazione di valore in grado di soddisfare le esigenze della società nei tempi e modi prestabiliti.
La valutazione dell’efficacia si realizza attraverso due fasi distinte di analisi: la prima si concentra sul confronto tra le quantità e le qualità dei beni e servizi effettivamente forniti rispetto a quelli pianificati (efficacia interna o operativa); la seconda si concentra sulla capacità dei beni e servizi forniti di soddisfare le esigenze per le quali l’azienda si è impegnata (efficacia esterna o strategica).
È importante separare la fase di misurazione da quella di valutazione dell’efficacia. La misurazione dell’efficacia si basa sull’accertamento della corrispondenza tra la quantità e la qualità dei beni e servizi forniti rispetto a quelli ritenuti necessari per soddisfare le esigenze. Questa misurazione è un’attività retrospettiva e si basa sulla correlazione tra il prodotto fornito e il livello di soddisfazione delle esigenze, determinato a priori come quantità e qualità dei prodotti necessari per soddisfare tali esigenze.
La valutazione dell’efficacia, invece, riguarda la coerenza tra le esigenze effettivamente soddisfatte e quelle che si prevedeva di soddisfare. Si tratta di una valutazione indipendente dai fattori di produzione utilizzati e dalle attività svolte per raggiungere i risultati.
Nelle imprese tradizionali, la valutazione dell’efficacia si realizza esternamente attraverso il pagamento di un prezzo come riconoscimento del valore ricevuto dal prodotto o servizio. Tuttavia, nelle aziende di fornitura, i destinatari non sono tenuti a pagare un prezzo in relazione al valore ricevuto. Ciò rende la valutazione dell’efficacia più sfidante della sola misurazione, poiché è necessario valutare il valore effettivamente creato attraverso la fornitura di beni e servizi.
Inoltre, l’assenza di una misura monetaria del valore realizzato comporta che ogni azienda possa richiedere diversi metodi di valutazione dei propri risultati, basati sulle specificità del contesto in cui opera.
Un ulteriore aspetto da considerare è che le aziende possono fornire sia beni e servizi per uso individuale che per uso collettivo, rendendo ancora più complessa la valutazione della soddisfazione dei destinatari.
Per affrontare queste sfide, è spesso necessario identificare indicatori, sia quantitativi che qualitativi, che possano esprimere il risultato della gestione. Tuttavia, questi indicatori non sono in grado di fornire un giudizio di efficacia paragonabile a quello delle aziende con scopo di lucro.
La difficoltà maggiore nell’amministrare aziende di erogazione sta nel non avere una misura quantificabile del valore creato per i destinatari dei beni e servizi, il che può portare a una certa autoreferenzialità nel giudizio di efficacia.
È pertanto necessario ricercare meccanismi che consentano un maggiore coinvolgimento dei destinatari nella valutazione dell’efficacia, e sviluppare indicatori che possano fungere da parametri per valutare il valore fornito ai destinatari in modo più oggettivo e meno autoreferenziale.
Il Nuovo Ufficio per il Processo (UPP) riveste un ruolo significativo nel sistema giudiziario e rappresenta un punto di svolta per l’efficienza e l’efficacia del settore. La sua recente istituzione impone l’importanza di creare un ecosistema che non solo risponda alle necessità attuali, ma sia anche in grado di adattarsi alle mutevoli esigenze e sfide del contesto giudiziario.
Come emerso nell’articolo, la misurazione delle performance attraverso l’uso di indicatori di performance (KPI) accuratamente selezionati si rivela cruciale in questo processo. Questi KPI devono essere integrali, pertinenti, adattabili e chiari, al fine di fornire un quadro completo delle dinamiche interne e facilitare il processo decisionale.
Per il Nuovo Ufficio per il Processo, è essenziale che i KPI selezionati abbiano un particolare focus sulla tempestività e l’accuratezza dei processi giudiziari, l’indipendenza del giudizio e la capacità di integrarsi efficacemente nel sistema giudiziario esistente. Questo implica la necessità di monitorare attentamente il tempo impiegato per definire i procedimenti, valutare l’accuratezza delle decisioni e garantire l’integrità e l’indipendenza del processo giudiziario.
Inoltre, l’adattabilità è una qualità indispensabile per gli indicatori, in quanto l’UPP deve essere in grado di evolversi e adattarsi alle nuove sfide e opportunità. Questo significa che il sistema di valutazione delle prestazioni deve essere flessibile e capace di incorporare nuovi KPI che riflettano le mutevoli circostanze.
Infine, l’implementazione di un sistema di misurazione delle performance efficace non dovrebbe limitarsi alla mera raccolta di dati. È essenziale che vi sia un’efficace comunicazione delle performance all’interno dell’organizzazione, e che i dati raccolti guidino attivamente il processo decisionale, aiutando l’UPP a identificare e implementare le azioni correttive necessarie per ottimizzare le sue operazioni.
In sintesi, il Nuovo Ufficio per il Processo, nell’ottica di svolgere un ruolo cruciale nel sistema giudiziario, deve adottare un approccio olistico nella selezione e nell’implementazione di indicatori di performance che non solo misurino l’efficienza, ma che guidino efficacemente il processo decisionale e favoriscano l’adattabilità e l’agilità dell’organizzazione. Questo avrà un impatto diretto sulla qualità della giustizia erogata e sull’integrità del sistema legale nel suo complesso.
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